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martedì 27 novembre 2012

Cardinale Ottoboni nella corte dell’arte





Pietro Ottoboni (Venezia 1667 – Roma  1740) è stato un cardinale Letterato e musicista, scrisse diversi melodrammi. Pronipote del papa Alessandro VIII ereditò la sua ricca biblioteca, acquistata dopo la sua morte da Benedetto XIV (1748), dissipò col suo mecenatismo le ricchezze familiari. Spiccò nell'ambiente romano per la munificenza, affiliato all'Accademia dell'Arcadia, Ottoboni chiamò presso la sua piccola corte, situata nel Palazzo della Cancelleria, compositori di primissimo piano, come Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti e Georg Friedrich Händel. Pietro Ottoboni fu anche vescovo di Sabina e Frascati e arciprete del Laterano e della Basilica di Santa Maria Maggiore. 
 Filippo Juvara - La Basilica di Superga, Torino, 1716 - 1731
Fu lui ad occuparsi del monumento sepolcrale di Arcangelo Corelli al Pantheon. Grande mecenate in particolare di Filippo Juvarra.  (Messina,  1678 – Madrid,  1736) fu un architetto e scenografo italiano, uno dei massimi esponenti del Barocco, che operò per lunghi anni a Torino come architetto di casa Savoia. Pietro Ottoboni nelle arti figurative si occupò del sepolcro dello zio Alessandro VIII, nella Basilica di San Pietro (1695-1725) e assunse Filippo Juvara in qualità di scenografo e architetto del teatro, ora distrutto, che il cardinale si era fatto allestire nel Palazzo della Cancelleria.

Giovanni Santagati

bibliografia
A. Schiavo, Il teatro e le altre opere del cardinale Ottoboni, in "Strenna dei romanisti", XXXVII (1974), pp. 344-352.
Mercedes Viale Ferrero, Filippo Juvarra scenografo e architetto teatrale, Torino 1970.
Francis Haskell, Mecenati e pittori, Torino 2000


venerdì 23 novembre 2012

Ordine professionale o si cambia o si abolisce



Si legge sul sito dell'ordine degli architetti di Roma, dal convegno del 20 giugno 2007:
Riforma delle professioni 
– Dis-Ordine professionale 
Dialogo con gli architetti romani:

In Italia da oltre quindici anni si parla di riforma delle professioni. In Italia da oltre quindici anni si affossa ogni tentativo di riformare le professioni. Intanto il sistema ordinistico mantiene un assetto vecchio, ingessato, anacronistico, che mostra sempre più tutte le sue carenze.
L’Ordine degli Architetti di Roma è convinto che, così come sono organizzati oggi, gli Ordini professionali non funzionino più e che il persistere di azioni corporative di lobby che, di fatto, puntano a mantenere lo status quo, è dannosa per il nostro sistema professionale ed è dannosa per il mondo degli architetti italiani. Abbiamo bisogno di modernizzare i nostri sistemi di rappresentanza, intensificare le azioni di formazione e aggiornamento professionale, favorire azioni di internazionalizzazione e di promozione all'estero dei progettisti, affrontare le emergenze occupazionali dei giovani: per fare tutto questo abbiamo bisogno di strumenti nuovi.

Per questo gli ordini professionali o si cambiano o si aboliscono.

E come non essere d'accordo!! Il gap culturale che esiste tra  professione e opinione pubblica è talmente alto, che bisogna urgentemente agire attraverso campagne di sensibilizzazione, volte ad avvicinare la popolazione all'architettura, occorre che i cittadini si rendano consapevoli del significato di qualità architettonica. Qualità vuol dire ricerca, aggiornamento, gestione consapevole del territorio, dei rifiuti, dei trasporti, dell'energia, degli spazi; l'architettura, come scienza e come arte, ha una grande responsabilità, - pensiamo ai materiali impiegati, all’impatto sull'ambiente, alla politica del riuso -, sulla qualità del vivere quotidiano. La qualità architettonica è il riflesso del grado di evoluzione di un Paese.

Nel corso degli anni, la maggior parte degli Ordini soprattutto nelle grandi città, si sono trasformati in luoghi di potere dove coltivare il proprio orticello, e hanno dimenticato i compiti principali per cui sono stati istituiti dalla Legge 1395 del 1923 e dal successivo Regio Decreto n.2537 del 1925.
Nel libro "I veri intoccabili" di Franco Stefanoni, dove ci dipingono come una casta, dicono: “il 44% degli Architetti è  figlio di Architetti” “una macchina del privilegio, con meccanismi e regole scritte e non scritte“.


Carlo Gibiino

mercoledì 21 novembre 2012

LA NATURA CI STA A CUORE



Il Comune di San Cataldo (CL) ha aderito nell’ambito del programma  della  “Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti”, coinvolgendo nel progetto diverse scuole e associazioni sancataldesi, in particolare il Liceo Artistico Statale “Filippo Juvara” si è impegnato alla creazione del logo che per l’occasione lo si è “serigrafato”sulle borse per la spesa in cotone acquistate dal Comune. Queste borse saranno poi distribuite a tutti i partecipanti al concorso (alunni prime classi della scuola secondaria di primo grado). Il logo propone i colori del comune di San Cataldo, il verde e il rosso amaranto, mentre la sintesi figurativa indica il rispetto dell’ambiente nell’equilibrio della natura

lunedì 19 novembre 2012

Maria de’ Medici nel palazzo dei sogni






Maria de' Medici (Firenze, 26 aprile 1573 – Colonia, 3 luglio 1642) divenne regina di Francia  (17 dicembre 1600)  sposa di Enrico IV, dieci anni dopo il re viene assassinato  e inaspettatamente e con grande piacere si trovò ad amministrare la nazione poiché nominata reggente per conto di suo figlio, il futuro Luigi XIII ancora bambino.
Nel1630 perse ogni autorità a seguito del fallimento relativo al complotto ordito nei confronti  del Cardinale Richelieu, costretta agli arresti domiciliari a Compiègne,  e quindi mandata in esilio a Bruxelles; si suppone che abbia  trascorso gli ultimi anni della sua vita nella casa del  pittore fiammingo Rubens per poi morire in Germania abbandonata da tutti.   
La prima dimora reale fu il Louvre, ove la costruzione si rivelò agli occhi di Maria, incredibilmente spiacevole, a cui si aveva accesso attraverso un ponte in legno sopra un fossato maleodorante, appartamenti vetusti e poco illuminati, mobili rovinati, arazzi in parte strappati, ma con l’impegno e il gusto raffinato della nuova regina di Francia, il Louvre rià la sua originaria sontuosità,nonché, grazie anche all’apporto delle raffinatezze tecniche  che hanno creato la celebrità di Firenze. Così la nobildonna chiama a corte i fratelli Franchini, maestri dei macchinari di scena, che già si sono distinti nel 1600 in occasione del suo matrimonio, con la rappresentazione della prima opera della storia della musica. In queste rappresentazioni Maria è allo stesso tempo scenografa, librettista ed interprete, disponendo di un gruppo di prim'ordine. 
In poco tempo, da buona Medici, Il suo mecenatismo conferisce un’immagine direzionata sull'arte per la sua magnificenza finendo per essere una forma di sovranità e un attributo specifico del potere, gli artisti si trasformano così, alla sua corte, in apologisti. 
Louis Beaubrun rappresenta quindi l'ingresso trionfale di Maria a Parigi dopo la pace di Loudun (imposta ai feudatari ribelli), mentre Pourbus la ritrae nei panni di divinità tutelare del regno. Molti  poeti si succederanno alla corte reale, celebrando la bellezza di Maria de Medici, la sua intelligenza e la sua liberalità.
Maria veste i panni di urbanista, mediante il restauro e la sistemazione del “ponte nuovo” nonché alla concessione di alcuni terreni sull'isola nella Senna di San Luigi, per "passeggiarvi in carrozza nelle ore più fresche del pomeriggio".anche se il ponte non porterà il suo nome, 
La regina diventa anche costruttrice, facendo le sue prime esperienze a Monceaux, castello costruito dal Primaticcio per Caterina de' Medici, che il re le ha donato alla nascita del delfino. Maria trasforma interamente l'edificio, spendendovi somme enormi. Due architetti, Le Mercier e Salomon de Brosse, nipote del celebre Androuet de Cerceau, vi si stabiliscono per i lavori.
Il Palazzo del Lussemburgo, Parigi, 1617
L'idea di un palazzo costruito per lei e solamente per lei, le viene invece in occasione del matrimonio di Luigi XIII, in quanto Maria si trova costretta a cedere il proprio appartamento del Louvre alla nuova regina, Anna d'Austria. Il palazzo dei suoi sogni servirà a cancellare l'immagine disastrosa che ha lasciato nei suoi ricordi il Louvre, al suo arrivo a Parigi. Si tratterà di un nuovo Palazzo Pitti, "che ho sempre stimato, per l'ordine della sua architettura e per la grandi comodità che vi si trovano", scrive Maria alla sua zia granduchessa di Toscana, inviandole il suo architetto, Metezeau, per farne rilevare i piani.
Si chiamerà palazzo della Regina Madre. Maria sceglie il quartiere del Lussemburgo, il più elegante e il più arioso della capitale e per tale necessità si rivolge a Salomon de Brosse, (Nipote dell'architetto Jacques Ier Androuet du Cerceau e figlio dell'architetto Jean de Brosse, si stabilì a Parigi sul finire del XVI secolo; nel 1608 divenne architetto reale. Egli indirizzò lo stile francese verso il cosiddetto classicismo barocco del secolo di Luigi XIV. Ciò è riscontrabile nel senso plastico di alcune sue realizzazioni, come il Palazzo di Giustizia di Rennes, già sede del Parlamento di Bretagna (1618), dove l'imponente massa è definita mediante dettagli classicheggianti.Nel medesimo periodo lavorò al Palazzo del Lussemburgo, iniziato intorno al 1615 per volontà di Maria de' Medici che desiderava una dimora simile al Palazzo Pitti, ed ai castelli di Blérancourt e Coulommiers).

Giovanni Santagati

BIBLIOGRAFIA
M. L. Mariotti Masi, Maria de' Medici - Ugo Mursia editore, Milano 2006.
M. Vannucci, Le donne di casa Medici. Da Contessina de' Bardi ad Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina, tutte le protagoniste della storia della grande famiglia italiana -Newton Compton, 2011.
A. Castelot, Maria de' Medici: un'italiana alla corte di Francia - Fabbri, Milano 2000.
C. Innocenti (a cura di), Caterina e Maria de' Medici donne al potere: Firenze celebra il mito di due regine di Francia - Mandragora, Firenze 2008.
Maria Luisa Mariotti Masi, Maria de' Medici, Milano, Mursia, 1994. 
N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino 1981

giovedì 15 novembre 2012

Architettura in Sicilia

È Vincenzo Latina architetto Siracusano, il vincitore della Medaglia d’Oro all’Architettura 2012, per il padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa (2007-2011). triennale.org

Premiato «per la sua capacità di intervento su resti di edifici antichi per rigenerarli, così da restituire vita a una memoria che sarebbe destinata a finire. Nella scelta di questo progetto si vuole testimoniare la grande capacità dell’architettura italiana di intervenire usando le risorse a disposizione nonostante le difficoltà del contesto»  ilgiornaledellarchitettura

Architetto siracusano con un folto curriculum, si laurea allo IUAV di Venezia, collabora con Francesco Venezia, è ricercatore presso la  Facoltà di Architettura di Catania con sede a Siracusa, vincitore di diversi premi tra cui "Premio internazionale architetture di pietra 2003" , come dire scusate se è poco. Comunque al di là di ogni possibile commento, l'unico pensiero che in questo momento mi affascina, è vedere l'Architettura, "architectus" in latino, ovvero costruttore, primo artefice, l'architetto nella storia ha sempre svolto il duplice e opposto ruolo di artista-artigiano, non a caso però, in quanto l'equilibrio deriva dall'armonia degli opposti. Pensiamo a Leonardo Da Vinci, anche se il suo è un caso abbastanza unico nella storia dell'umanità, non solo era tuttologo, ma era anche bravissimo  !  Tra le altre cose, fu il primo a creare una mappa, abbastanza dettagliata del corpo umano, i suoi disegni anatomici utilizzano i principi dell'architettura, per mostrare gli organi in sezioni e prospettive.  Pensiamo al signor Eiffel e alla sua Torre, all'inizio aspramente criticata dell'élite artistica, oggi simbolo della sua splendida città Parigi. Pensiamo alle Piana di Giza, alle tre più grandi e (s)conosciute Piramidi del mondo, gli architetti egiziani hanno dovuto, progettare, disegnare e far posizionare i blocchi perfettamente squadrati, l'uno sull'altro fino a formare una delle sette meraviglie del mondo. 
L'Architettura è conoscenza, passione, follia !!! 

Carlo Gibiino




martedì 13 novembre 2012

Trissino architettava il “tecnico specializzato”


Gian Giorgio Trissino




Giangiorgio Trissino (Vicenza  8 luglio 1478 – Roma 1550), fu il più illustre intellettuale del Cinquecento, appassionato d'architettura, ebbe una vita tormentata a motivo del suo atteggiamento filo imperiale. 
A cavallo tra i secoli XV e XVI Trissino viaggiò tra Venezia, Bologna, Firenze e specialmente Roma, dove si accattivò gli interessi dei Papi Leone X, Clemente VII e Paolo III, i quali lo inviarono come ambasciatore presso la repubblica marinara di Venezia  e particolarmente gli l’Imperatori, Massimiliano I e più tardi Carlo V.
Viaggiò tra la Germania e Roma, in qualità di ambasciatore. Trissino sosteneva l'Impero come istituzione, venendo  compreso antiveneziano e per tale motivo, fu temporaneamente esiliato.


Villa Trissino di Cricoli (VI)
Nella sua Villa di Cricoli si riuniva una delle più prestigiose Accademie vicentine e fu proprio in questo luogo, durante dei lavori di ristrutturazione che Trissino incontrò Andrea di Pietro, giovane ed abile scalpellino, da cui intuì il talento, e per questo lo forma culturalmente,  portandolo con sé in diversi viaggi a Roma per lo studio dell’architettura classica, lo inserisce presso l’aristocrazia vicentina e in poco tempo, lo trasforma in un architetto, imponendogli il nome di Palladio, derivato dall’angelo liberatore e vittorioso presente nel suo poema L'Italia liberata dai Goti. 
Il nome di Giangiorgio Trissino è collegato quindi, a quello di Andrea Palladio di cui ne fu il mentore e del quale provvide alla formazione di architetto inteso come “tecnico specializzato”, anche se questa concezione risulta piuttosto curiosa in quell'epoca, poiché tale professione era collegata alla concezione umanistica, così il grande talento architettonico di Andrea Palladio venne alla luce per merito di un uomo,  che ne capì l’immensa capacità creativa.

Giovanni Santagati

sabato 10 novembre 2012

Architettura nel disegno filosofico di Carlo Maria Carafa

Carlo Maria Carafa




Il centro storico di  Mazzarino svela diverse testimonianze del barocco siciliano tra le più importanti della provincia di Caltanissetta, grazie a Carlo Maria Carafa che ne fece un esempio  di arte, architettura e centro culturale di massima importanza, pur non essendo mazzarinese di nascita merita ugualmente di diritto un posto d'onore nella storia della cittadina, in quanto all'epoca, per il suo attivo impegno e capacità, ottenne onori, vanto e splendore, per conoscere la Mazzarino “seicentesca”, non si  può  ignorare la figura del nobile Carafa.
Carlo Maria Carafa Branciforte principe di  Butera, nacque a Castelvetere, in Calabria, il 22 Febbraio 1651 da Fabrizio marchese di Castelvetere, principe della Roccella e del Sacro Romano Impero e da Agata Branciforte, figlia di Giovanni conte di Mazzarino.
Fu educato da dotti precettori dedicandosi  agli studi di filosofia e matematica. Nel 1671 succedeva al padre nei titoli, sposava Isabella d'Avalos, figlia del marchese del Vasto e di Pescara, morì nel mese di giugno 1695, a Mazzarino. 
Le innate doti di magnanimità ed esemplarità fecero di Carlo Maria Carafa un grande uomo e signore; è possibile capire meglio alcuni tratti della sua vita, mediante le sue opere ed alcuni disposti contenuti nel suo testamento, che tracciano un percorso filosofico dell’architettura e dell’ urbanistica; in concreto oggi ciò che più colpisce non appena entrati a Mazzarino  è la ricchezza dei suoi monumenti e delle sue chiese, un centro storico ricco di storia e arte tanto da essere proposto all'UNESCO come patrimonio d'arte mondiale.
Vi consiglio, quindi, di munirvi di macchina fotografica e visitare i monumenti di seguito descritti: 

La Basilica di SS.Maria del Mazzaro, edificata nella seconda metà del 1100 da Manfredi, conte di Policastro. La costruzione di questa chiesa è legata al ritrovamento nel 1125 di un quadro in un sotterraneo, ancora conservato nella chiesa, che raffigura la Madonna del Mazzaro. Il quadro era stato sepolto dopo l'editto sull'iconoclastia emenato da papa Leone Isaurico, che vietava ogni raffigurazione del Cristo e dei santi. Quando fu ritrovato, la popolazione proclamò la Madonna come patrona della loro città. La chiesa è un pregevole esempio del barocco siciliano. Papa Giovanni Paolo II nel 1980 ha donato il calco in argilla della sua mano: l'impronta è stata riportata sul portale in bronzo della chiesa. 

Chiesa di S.Maria La Neve, voluta su diposizioni testamentarie dal principe Carlo Maria Carafa, alla fine del '600, la chiesa fu eretta dove prima sorgeva un'antica chiesetta da cui ha preso il nome. Costruita su progetto dell'architetto Angelo Italia, fu ultimata solo nel 1844, anche se nella facciata molte decorazioni sono rimaste incomplete. L'interno a tre navate è decorato con affreschi e tele risalenti al XVII secolo, oltre a due grandi lampadari in cristallo policromo dell'ottocento provenienti da Murano.
Chiesa del SS.Crocofisso dell'Olmo, risalente al V secolo d.C. Restaurata dai Normanni tra il X e XI secolo, fu dedicata alla Madonna dell'Itria.
 La chiesa, a tre navate, conserva un antico Crocifisso di epoca normanna custodito in una portantina di ferro di 14 quintali. Il crocifisso viene portato in processione ogni anno a maggio dalla Confraternita della Bara, costituita nel 1844.


 Palazzo Branciforti, il collegio dei Gesuiti e il convento dei Padri Carmelitani, dove oggi ha sede il Palazzo Comunale, ma uno dei monumenti che attira maggiore interesse è senza dubbio U' Cannuni, come viene chiamato dagli abitanti l'antico castello della città.
L'origine del castello non è ancora nota: si pensa che fosse una fortezza araba (vista la sua posizione strategica che domina tutta la vallata intorno a Mazzarino). Le prime notizie ufficiali si hanno intorno al 1282-1292 quando Stefano Branciforti acquistò il castello. Rimasto proprietà dei Branciforti fino alla fine del 1700, fu restaurato intorno al XIV secolo, a cui seguì il suo lento abbandono. La famiglia baronale infatti abitò il castello fino alla fine del XV secolo per poi trasferirsi definitivamente nel lussuoso palazzo che fecero edificare in città.
Giovanni Santagati



giovedì 8 novembre 2012

ALBO UNICO REGIONALE di operatori economici per affidamento di incarichi professionali per corrispettivi inferiori a € 100.000

Regione Sicilia
E' stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, di Venerdì 2 Novembre 2012, l'avviso per la costituzione dell'Albo Unico Regionale di operatori economici, per affidamento di incarichi professionali, per corrispettivi inferiori a € 100.000, IVA ed oneri previdenziali esclusi, ai sensi dell'art 12 della L.R. 12 Luglio 2011 n. 12.
Le richieste di iscrizione devono pervenire entro 45 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso nella GURS e cioè entro il 17/12/2012.
Si allega il decreto.
Ci chiediamo come mai l'organo preposto, ovvero l'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Caltanissetta, ad oggi, non ne abbia dato alcuna notizia nè sul sito web, nè attraverso PEC, mentre altri organi in Sicilia, come Inarsind, oppure l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania, o ancora l'Ordine Regionale dei Geologi, giusto  per fare  qualche esempio, invece hanno inserito tempestivamente la notizia.

Supplemento Ordinario alla GURS n°47 del 02.11.2012 (n°41)

mercoledì 7 novembre 2012

Identità nascoste

" Genius Loci", ovvero il genio di un luogo, inteso come tutte quelle istanze atte ad identificare,nei suoi processi più intimi, le peculiarità di un luogo fisico ben preciso, attraverso le correlazioni ed interrelazioni tra ambiente, luogo e identità. Ogni luogo ha una sua precisa identità aventi caratteristiche a volte immutabili,  fissi, statici  a volte dinamici, mutevoli, variabili; l'Architettura deve rispettare i linguaggi del luogo, ascoltare cioè il proprio genius loci, significa essere compatibile e rispettare tutte quelle istanze che lo caratterizzano, così come diceva  Christian Norberg Schulz, nel suo libro dal titolo  "Genius Loci Paesaggio, Ambiente, Atrchitettura", già nel 1979. Oggi più che mai manca assolutamente questa interazione,e purtroppo lo scempio architettonico e paesaggistico che ne è conseguito, è sotto gli occhi di tutti noi, è giunto il momento di riprenderle alla ricerca delle idendità nascoste.
Carlo Gibiino


"Tutti coloro che hanno anche fuggevolmente riflettuto sull'argomento sanno che il carattere precipuo dell'architettura - il carattere per cui essa si distingue dalle altre attività artistiche - sta nel suo agire con un vocabolario tridimensionale che include l'uomo.
La pittura agisce su due dimensioni, anche se può suggerirne tre o quattro. La scultura agisce su tre dimensioni, ma l'uomo ne resta all'esterno, separato, guarda dal di fuori le tre dimensioni. L'architettura invece è come una grande scultura scavata nel cui interno l'uomo penetra e cammina." ( B. Zevi " Saper vedere l'architettura" Einaudi, Torino 1964)



martedì 6 novembre 2012

Genius Loci Architettura Associazione Culturale


L'Associazione si pone l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura architettonica, urbanistica, del paesaggio e dell’ambiente, nonché artistica e culturale,  tramite il confronto ed il coordinamento tra istanze culturali, professionisti del settore, Enti culturali e territoriali ed associazioni.  
E nello specifico:
1. Tutela, valorizzazione e promozione delle identità culturali, principalmente della Provincia di Caltanissetta, nonché della Regione Sicilia, ma anche nazionale ed internazionale, volta al coordinamento ed alla partecipazione, anche in federazione, con associazioni affini, enti pubblici e privati, professionisti del settore;
2. L'organizzazione del coordinamento ha come scopo primario la creazione di una rete di comunicazione tra le varie associazioni, per poter meglio divulgare le attività delle singole e per creare eventualmente possibili sinergie tra i vari soggetti. In questo modo ogni associazione ha la possibilità di conoscere e di trovare altri soggetti che operano nello
 stesso ambito e, contestualmente, dare maggiore visibilità al proprio lavoro;
 Il Coordinamento può servire inoltre per far nascere eventuali collaborazioni fra associazioni e gruppi culturali appartenenti ad uno stesso ambito, che fra di loro, saranno liberi di trovarsi e di organizzare, se ritengono utile farlo, dei gruppi di lavoro a se stanti rispetto al coordinamento generale.

    L'Associazione per il conseguimento delle finalità sociali  svolgerà le seguenti attività:
- culturali : mostre, tavole rotonde, convegni, conferenze, dibattiti, congressi, inchieste, istituzione di centri di documentazione, proiezioni, concerti, viaggi, artigianato e proposizione  ed organizzazione di concorsi di idee per conto do enti pubblici e soggetti privati operanti nel settore;
- di formazione e aggiornamento: stages, seminari, costituzione di gruppi di studio e ricerca.
- editoriali: pubblicazione di riviste, di atti di convegni, di seminari, studi e ricerche, concorsi di idee nazionali ed internazionali di architettura, urbanistica, arte e design;
L'Associazione potrà inoltre svolgere qualsiasi altra attività culturale e di formazione aderente agli scopi del sodalizio e in funzione degli stessi.