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martedì 25 febbraio 2014

Taiwan, il primo stadio progettato usando 35.000 bottiglie di plastica.


Il progetto prevede la costruzione di uno stadio di calcio privo di travi in acciaio o in calcestruzzo, costruito utilizzando quasi esclusivamente con materiali ricavati dal riciclo delle bottiglie di plastica. A presentare l’opera è stata la Miniwiz Sustainable Energy Development, una squadra di ricercatori e progettisti di altissimo livello che ha già dato prova di ciò che è in grado di fare, a Taiwan.  I progettisti di MiniWiz hanno immaginato una struttura a cielo aperto sospesa da 2 gru di 200 tonnellate, senza l’aiuto strutturale di alcuna trave in acciaio o calcestruzzo.  assicurare la giusta resistenza, l’utilizzo combinato di speciali mattoni in poliuretano termoplastico, polietilene tereftalato e pula di riso riciclata. A rendere ancor più sostenibile la costruzione, l’integrazione di pannelli solari, in grado di sfruttare l’energia naturale del sole per produrre l’energia necessaria alla struttura ricettiva. La Miniwiz è nota per aver ideato e realizzato numerosi progetti architettonici sostenibili, a loro, infatti, si deve l’EcoArk, realizzato in occasione del Taipei International Flora Exposition 2010, del Feather Pavilion di Pechino, completato a pochi giorni dall’inizio della settimana del design, e della Nike Area 13 pop-up stadium. Unico altro materiale ammesso alla costruzione di queststadio molto ecologico sarà la pula di riso, naturalmente riciclata. Lo stadio di plastica riciclata di Taiwan sarà:

" lo stadio più semplice e luminoso al mondo, ha dichiarato Arthur Huang, managing director di Miniwiz, somigliante come struttura ad un foglio di carta rialzato in pieno centro".

lunedì 24 febbraio 2014

Da studentesse a imprenditrici. Storia di successo

Dai banchi dell'università alla creazione di una start up di successo nel mondo del giocattolo: Alessandra Falconi, Roberta Martinucci, Emanuela Stocco e Marta Garaventa, quattro "toy designer", sperimentano un trionfo dopo l'altro, fino entrare nel progetto di Italiantoy e presentare alla Fiera di Norimberga - la più grande al mondo dedicata interamente a giochi e giocattoli - la loro prima collezione.
L'incontro fortunato avviene al corso di alta formazione in Design del giocattolo del POLI.design, a Milano. Qui le quattro ragazze iniziano a lavorare insieme in un workshop per Hape, azienda leader a livello internazionale nella produzione di giocattoli eco‐friendly.L'affiatamento del team, il bilanciamento delle competenze e una visione comune permettono presto al gruppo di raggiungere buoni risultati. Partecipano al concorso di progettazione di giochi e arredi indetto dal carcere di Bollate e arrivano prime nella sezione "Gioco" con il progetto "Quinta storia". Il gioco viene presto prodotto dalla Falegnameria del Carcere di Bollate, gestita da cooperativa e.s.t.i.a. e entra a far parte del più ampio catalogo "Prodotti Vivawood", dedicato a oggetti costruiti dai detenuti di Bollate. Nasce così Calembour design, prima come gruppo informale, oggi come cooperativa con sede a Bergamo.
Contemporaneamente tre aziende: Eidos, (azienda artigiana), Avenida,
(società di comunicazione) e Zaffiria, si associano e creano Italiantoy e insieme si candidano per un progetto dedicato all'internazionalizzazione, indetto dalla Regione Emilia Romagna. La meta è la Germania, con 18 mesi di lavoro per provare a entrare nel mercato tedesco creando giocattoli di qualità: proprio in questa occasione il progetto si posiziona al primo posto nella graduatoria. Italiantoy sceglie come progettiste le designer di Calembour design: un incontro che porta alla progettazione e alla prototipazione del primo catalogo di giochi, che è stato presentato alla Fiera di Norimberga conclusasi proprio lunedì 3 febbraio.È un'offerta importante quella del comparto del giocattolo, tanto che per segnalare la nuova categoria professionale dei progettisti di giochi all'intero sistema design e, in particolare, alle imprese del settore giocattolo italiano e internazionale, Assogiocattoli, ha ideato la prima Toy Designer List ufficiale.«Se oggi si pensa al cosiddetto "design for kids", ci si rende conto della grande complessità insita nella progettazione, nella produzione, nella distribuzione e nell'utilizzo di un giocattolo: complessità che spesso supera quella di altri prodotti» spiegano dal Poli.design. «Comunicazione, interazione, colore, psicologia, estetica, ricordo, tecnologie, creatività, udito, pedagogia, progetto sostenibile: sono solo alcuni degli ingredienti che si mescolano, interagiscono e compongono la progettazione di un giocattolo. E non solo».Per la III edizione, in partenza a maggio, le sessioni progettuali affronteranno diverse tematiche di interesse: dalla progettazione di gadget che caratterizzerà il primo mini-workshop dedicato al design di prodotti promozionali, all'innovazione di prodotto-servizio per il target 6-9 anni affrontata nel workshop principale in collaborazione con Design Group Italia, uno dei più importanti studi di Design d'Europa; fino ad approdare al marketing e comunicazione nel secondo mini-workshop che verrà dedicato al tema del "Game design & Gamification" per la progettazione del gioco in scatola. Le sessioni progettuali sono aperte a progettisti che operano nel campo del Design for Kids e ai Toy Designer inseriti nella Toy Designer List.

sabato 15 febbraio 2014

Progetto Dumpster, il professore che vivrà in un cassonetto per un anno.

Jeff Wilson, professore di scienze ambientali alla Huston Tillotson University (Austin, Texas) ha deciso di vivere un anno in un cassonetto dell'immondizia dalle dimensioni di 180 cm x 180 cm a a partire dal 12 Febbraio 2014. Due anni fa, Jeff Wilson, professore di scienze ambientali alla Huston Tillotson University in Texas, era seduto a Starbucks revisionando un articolo di giornale, quando guardando fuori dalla finestra ha avuto un’illuminazione.

 "I looked out the window into the parking lot and saw an eight-yard dumpster and had some sort of strange flash that I was definitely moving into a dumpster". 

L’idea è quella di coinvolgere attraverso un blog ed eventi pubblici, studenti, cittadini e tutti quelli che avranno buone idee, per trasformare un anonimo e puzzolente cubo di lamiera, in un’abitazione sostenibile a impatto ambientale praticamente nullo. Nella sua bizzarra impresa il professor Dumpstes sarà sostenuto da un team di esperti Liz Ogbu, un’esperta in design sostenibile, Vanessa Svihla, specializzata nell’educazione per la scienza e la tecnologia, Barbara Brown Wilson, ricercatrice in educazione alla sostenibilità, Rick Corsi, ingegnere ambientale e Les Shephard, esperto di acqua ed energia. “Il cassonetto è il miglior simbolo che potevamo scegliere per combattere il consumismo- spiega Jeff – lo trasformeremo in un esempio di abitazione sostenibile e laboratorio di sperimentazi,sotto gli occhi di tutti”. Sarà una casa modello, dove il professor Wilson potrà consumare esclusivamente l’energia prodotta dai pannelli solari (zero kilowattora “bruciati” dalla rete contro gli 11.000 kwh consumati in media all’anno da una villa americana), avrà un sistema di filtraggio dell’acqua che gli permetterà di utilizzare 18 litri al giorno e una produzione di rifiuti pari a zero.

lunedì 10 febbraio 2014

Il nuovo Bernabéu, lo stadio più moderno del XXI secolo

 Sono stati resi noti i vincitori del concorso per la realizzazione del nuovo stadio Santiago Bernabéu. Si tratta dei tedeschi GMP Architekten insieme a L-35 e Ribas&Ribas, il cui progetto ha convinto di più rispetto a quelli presentati da Rafael Moneo, Herzog & de Meuron, Norman Foster con Rafael de la Hoz, e Carlos Lamela con Populous. Controversa la vicenda di questo concorso, convocato due volte dal Real Madrid Club de Futbol. anche questo non sarà dedicato soltanto al calcio, ma sarà multifunzionale con negozi, cinema e un gigantesco centro commerciale. I costi (ipotizzati a budget) non dovranno superare i 350 milioni di euro, a cui vanno però aggiunti altri 75 milioni per onorari, tasse e licenze. I vertici dei blancos sono a caccia di finanziatori, con due strade percorribili distinte. La prima porta alla “vendita” del nome del nuovo impianto, con voci insistenti sulla multinazionale americana Microsoft. La seconda è concedere obbligazioni ai propri soci per non ricorrere alla richiesta di finanziamento alle banche (nuovamente).
Fra le innovazioni più lampanti quella del tetto di copertura, molto leggero, che sarà retrattile e sarà dotato di grate che permetteranno alla luce naturale di filtrare. Il progetto prevede una serie di elementi aggiuntivi che si integreranno in questa nuova pelle. In primis, un hotel adiacente e con vista allo stadio, nuove zone commerciali, di divertimento e restaurazione, un parcheggio sotterraneo, il nuovo “tour del Bernabéu”, nella parte più alta dell’edificio e il museo, rinnovato e migliorato. Le forme curve e asimmetriche della facciata realizzata in acciaio rifletteranno la luce, creando composizioni cangianti.
Le innovazioni incluse nel progetto convertiranno il Santiago Bernabeu nello stadio più moderno del XXI secolo. Nella facciata orientale sarà installato uno schermo gigante rivolto verso il Paseo de la Castellana, che in speciali occasioni mostrerà all’esterno ciò che avviene all’interno dello stadio. Grazie a un sistema a Led, la pelle dell’edificio sembrerà respirare, vibrando e rispondendo alle emozioni degli spettatori.
 Lo stesso fondatore di GMP Architekten afferma di aver lavorato con spirito di squadra per questo progetto, per celebrare l’opportunità di partecipare a quella che lui stesso definisce “un’avventura e una sfida”. L’inizio dei lavori è previsto per giugno 2014. Il nuovo Santiago Bernabeu dovrebbe essere completato entro il 2017.

martedì 4 febbraio 2014

Cancun Eco Tourism Resort disegnato da Richard Moreta Castillo

Si chiamerà Gran Cancun, e vedrà la luce nel 2020, il primo resort al mondo – ispirato alla leggenda del serpente dio maya – che si propone come edificio dotato di alti standard ambientali per un eco-turismo di lusso.Progettato da Architecture + Design di Richard, sarà il primo resort  capace di fornire una risposta energetica alla costante domanda di risorse dei vari paesi. La struttura si compone di due parti. Una subacquea e una fuori acqua. Totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, ospiterà  alberghi, centri congressi, centri commerciali e cinema. Avrà un'impronta a zero emissioni di carbonio, sarà in grado di garantire alla città acqua potabile ed energia prodotta grazie a fonti rinnovabili. Ma GrandCancun rappresenterà anche il primo progetto di struttura studiata per ripulire i mari grazie  al pompaggio costante dell'acqua e la filtrazione attraverso tecnologia in grado di separare idrocarburi e solidi galleggianti. L'edificio sott'acqua sarà caratterizzato dalle enormi strutture in grado di scambiare energia termica con il sottosuolo.  Un’ampia copertura vetrata degli spazi ristoro offrirà una vista unica sulla fauna che popola il mare soprastante.La parte superiore dell'edificio, oltre a esser caratterizzata dalla geometria ad onde che si ripropongono sempre più piccole man mano che l'edifico sale in altezza, sarà sostenuto da particolari strutture in acciaio con all'interno generatori eolici di corrente elettrica.Le enormi specchiature concepite per permettere la visione sul mare da tutte le camere degli alberghi saranno realizzate con vetri altamente performanti in grado di poter aiutare gli impianti meccanici nel minor utilizzo di fonti non rinnovabili per il raffrescamento degli spazi. La copertura delle cellule contenenti le stanze degli alberghi verranno garantite da pannelli fotovoltaici per produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento delle eco-tecnologie presenti all'interno dell’edificio.

lunedì 3 febbraio 2014

Criteri ambientali minimi per l'illuminazione pubblica, opportunità per i progettisti

Il ministero dell'Ambiente ha emanato un decreto che aggiorna i Criteri ambientali minimi (Cam) di apparecchi di illuminazione e lampade destinati all'illuminazione pubblica e di cui le stazioni appaltanti devono tener conto nell'indire un appalto di forniture che sia "verde". Il decreto contiene soprattutto un'altra importante novità: definisce i requisiti che il progettista illuminotecnico deve avere per la partecipazione ad appalti di progettazione di impianti di illuminazione pubblica che possano essere considerati rispettosi dell'ambiente.Il decreto aggiorna i requisiti fissati per lampade a scarica o a Led e per apparecchi di illuminazione, si tratta di criteri minimi che le stazioni appaltanti devono utilizzare per realizzare appalti "verdi". Criteri che servono a favorire una illuminazione indirizzata al risparmio energetico. L'individuazione dei Cam per gli apparecchi e le lampade destinati all'illuminazione pubblica era già avvenuta con decreto del 2011 (Dm 22 febbraio 2011), con il provvedimento emanato si è voluto aggiornare i criteri minimi alla luce dell'evoluzione tecnologica e normativa.I Cam sono parte integrante delle politiche ambientali cosiddette di Green Public Procurement (Gpp), il cui intento è favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale. Politiche, fortemente caldeggiate dalla Commissione Europea che già nel 2003 invitava gli stati membri ad adottare dei Piani d'azione nazionali sul GPP per assicurarne la massima diffusione. Accogliendo le indicazioni dell'Europa, l'Italia ha adottato il "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione" (Pan Gpp) nel 2008, di cui il decreto appena emanato è parte integrante.Rispetto alla versione precedente, il decreto aggiunge interessanti innovazioni, includendo nelle Gpp anche gli affidamenti di servizi di progettazione. Vengono dunque fissati i Criteri minimi ambientali che le stazioni appaltanti devono utilizzare per realizzare incarichi di progettazione "verdi", stabilendo, al contempo, che entro il 2014 il 50% del totale degli appalti pubblici nel settore dell'illuminazione pubblica deve essere "verde" e quindi rispettare precisi requisiti fissati dallo stesso decreto.