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mercoledì 29 ottobre 2014

Orange Fiber, vestirsi con gli scarti delle arance. Questa l'idea di due imprenditrici Siciliane

Possiamo confermare che anche il settore dell’abbigliamento, dopo quello della carta, utilizza gli scarti agroalimentari. Questa è la brillante idea di Adriana Santanocito, una ragazza catanese di 35 anni ed Enrica Arena 28. Il tessuto ricavato dalle arance grazie alle nanotecnologie con cui realizzare abiti vitaminici, rilasciano sulla pelle i loro principi attivi. Questa è stata un’originale  idea che ha vinto prima un premio dalla provincia di Milano, poi l’arrivo in finale alla business plan competition ‘Start Cup Lombardia’ ed infine le è stato assegnato anche il premio ‘Dall’idea all’impresa’ di Assolombarda. “Orange Fiber è la risposta ad un problema – afferma Adriana Santanocito - che da siciliana ho avvertito durante i miei anni di permanenza nella capitale della moda: la sofferenza del settore agrumicolo. Da qui ho iniziato a riflettere per individuare una soluzione valida”. Detto fatto. “L’idea tra origine dalla biomassa, arance e limoni – prosegue - presenti in grandi quantità da utilizzare per creare prodotti ecosostenibili, quali capi di abbigliamento in grado di rilasciare vitamine sulla pelle. Tramite nanotecnologie, infatti, l’olio essenziale di agrumi viene incapsulato e fissato sui tessuti. Da qui, ha inizio un processo di rottura delle microcapsule presenti nel tessuto, in modo automatico e graduale, che comporta il rilascio delle vitamine sulla pelle”. “Siamo in fase di brevettazione con il Politecnico di Milano: è in corso l’estrazione della cellulosa dalla biomassa in laboratorio. Il passaggio successivo è rappresentato dall’ingegnerizzazione, fase lavorativa intermedia che va dal laboratorio all’industria. Vogliamo arrivare alla trasformazione degli agrumi così da produrre materia prima, filato”– confessa entusiasta Adriana. “I benefici sono quelli di una crema cosmetica idratante che viene stesa sul corpo, con la differenza che non occorre massaggiare per farla assorbire! Provare per credere! In più, i capi che non hanno un contatto diretto con l’epidermide di chi li indossa, giocano il ruolo di repellente anti zanzare! La bontà del progetto è duplice: Orange Fiber permetterà di recuperare scarti, offrendo uno sbocco di mercato “alternativo” all’agricoltura e creare benefici per il consumatore finale”.
E mentre la Regione Siciliana resta a guardare, la regione Lombardia ha fornito diversi aiuti ed incentivi; la provincia di Milano le ha inserite in un programma di preincubazione d’impresa, affiancandole nella fase che va dall’idea alla creazione dei prototipi. Assolombarda permetterà quest’anno di realizzare la costituzione della società dedicandole una consulenza gratuita di un team di professionisti quali notaio e commercialista”.

sabato 25 ottobre 2014

Orti nomadi a Berlino: un' idea da seguire

L’idea arriva da Marco Clausen e Robert Shaw, fondatori della comunità no-profit “Nomadisch grün” (letteralmente "verde nomade") i quali, di ritorno da una vacanza a Cuba, hanno pensato bene di importare i giardini nomadi in Europa. A Cuba, visti i pochissimi ritagli di verde che la popolazione è costretta a strappare al cemento della città per il proprio sostentamento, è più che altro un bisogno esistenziale. Nelle città europee quest'idea può trasformarsi in un esperimento di orticoltura urbana, al contempo polmone verde e occasione d’incontro e vita sociale. L’esperimento che si sta conducendo dal 2009 nei pressi della Moritzplatz  ( Kreuzberg )   ha trasformato una appezzamento abbandonato di 6000 mq in un grande orto urbano .  Insieme con amici, attivisti e vicini di casa, il gruppo ha spazzato via i rifiuti, costruito trasportabili orti biologici e raccolto i primi frutti del loro lavoro. Immaginate un futuro in cui ogni spazio disponibile nelle grandi città è utilizzato per far fiorire nuovi spazi verdi, che i residenti creano e utilizzano per la produzione di cibo fresco e sano. Il risultato è l'aumentato della diversità biologica, meno CO2 e un microclima migliore. Gli spazi dovrebbero promuovere un senso di comunità e lo scambio di una vasta gamma di competenze e forme di conoscenza, e nello stesso tempo aiuta le persone a condurre una vita più sostenibile. Sarebbero una sorta di utopia in miniatura, un luogo in cui un nuovo stile di vita urbana può emergere, dove le persone possono lavorare insieme, rilassarsi, comunicare e godere della produzione locale di frutta e verdura. Prinzessinnengarten (il giardino delle principesse)  è un nuovo luogo urbano di apprendimento. E 'dove i residenti possono riunirsi per sperimentare e scoprire di più sulla produzione di alimenti biologici, la biodiversità e la protezione del clima. Lo spazio li aiuterà ad adattarsi ai cambiamenti climatici e conoscere una sana alimentazione, vita sostenibile e uno stile di vita urbano orientato al futuro. Con questo progetto Nomadisch Grün ha intenzione di aumentare la diversità biologica, sociale e culturale del quartiere e pioniere di un nuovo modo di vivere insieme in città. Non si tratta solo di un esperimento di orticoltura urbana ma anche di integrazione sociale: gli abitanti partecipano alla coltivazione collettiva senza possedere appezzamenti individuali ma collaborando e  condividendo successi e raccolti. I bambini delle scuole possiedono invece aiuole dedicate per poter seguire tutte le fasi di coltivazione a scopo didattico.I soci del collettivo, oltre che a rimboccarsi le maniche per coltivare hanno anche creato spazi e attività di svago, come una piccola biblioteca, un bar con prodotti biologici dove sorseggiare qualche bevanda in questa oasi di relax dal trambusto cittadino, tanti workshop in tema di sostenibilità, recycling, agricoltura e piccoli mercatini.
per saperne di più: prinzessinnengarten

Carlo Gibiino




lunedì 20 ottobre 2014

Silos 13: il vecchio impianto industriale diventa scultura urbana

Il progetto è situato a circa 5 metri dalla circonvallazione est di Parigi, alla fine del distretto Zac Rive Gauche. Per consentire questo nuovo sviluppo, la città di Parigi ha chiesto alla Ciments Calcia di spostare il proprio centro di distribuzione esistente vicino alla Senna, non distante dalla stazione di Austerlitz, consentendo di mantenere i rapporti con i clienti della società, di cui l’80% risiede nella zona circostante. Il progetto, trasforma un impianto industriale in una scultura  dal design audace per un impianto industriale. L’edificio, trasformato in uno spazio di lavoro unico, diviene simbolo stesso del materiale che contiene: i corpi verticali (i silos, le scale, gli uffici, il centro per i test) ed il piano terra, sono interamente in cemento, sottolineando così il potenziale plastico di questo componente.  Nell’area uffici e nello spazio di controllo qualità, la luce proveniente dalle due estremità dei silos non risultava sufficiente per illuminare tutti gli spazi di lavoro, l’apertura sugli involucri doveva essere abbastanza grande per permettere l’ingresso della luce ma altrettanto piccola da mantenere la volumetria del complesso. La forma scelta è quelle delle pietre utilizzate nella fabbricazione del calcestruzzo, le finestre riprendono quella dei frammenti di minerale o delle rocce frantumate; al posto del vetro, è stata utilizzata una semplice rete in acciaio inox, alleggerendo il volume della torre, in contrasto con gli elementi orizzontali sullo sfondo. I gusci dei silos orizzontali sono prefabbricati, trasportati in loco e montati in non più di 24 ore, per ogni elemento. 

Carlo Gibiino




giovedì 16 ottobre 2014

Il futuro di Photoshop?....Incredibile

La rinomata casa Statunitense, ha rilasciato un video sulle nuove potenzialità che Photoshop potrebbe avere nell'immediato futuro, le incredibili opzioni vengono mostrate in un video, e fanno restare tutti a bocca aperta. Ecco cosa dichiara il team creativo di Adobe: "Sappiamo che molti utenti di Photoshop stanno abbracciando dispositivi tablet touch screen perché sono divertenti, interattivi e coinvolgenti. E' altrettanto emozionante per noi, sognare nuove possibilità. Quello che abbiamo mostrato al mondo di Photoshop è stato un esperimento con una rappresentazione visiva di compositing che permette a qualsiasi utente di capire i Livelli. Che cosa succede se i livelli possono essere spezzati in una animazione 3D, e quale il risultato finale? Stiamo esaminando modi per utilizzare la fluidità di tocco per manipolare immagini e letteralmente dipingere le modifiche, layer dopo layer.
Carlo Gibiino


lunedì 13 ottobre 2014

Un gigantesco dito medio davanti il Palazzo del Governo a Praga

L' artista Ceco David Cerny ha creato una gigantesca scultura, rappresentante il "dito medio alzato" rivolto a destra  degli edifici governativi di Praga. L'enorme scultura viola di Cerny galleggia nel fiume Moldava, ed è un colpo al presidente Milos Zeman per il suo sostegno al partito comunista. L'artista ha voluto centrare l'obiettivo attraverso  il  lavoro più grande (in termini di dimensioni) della sua vita, assicurando che tutti sarebbero stati in grado di vedere la mano viola, anche da lontano. La gigantesca mano, che è fatta di carta, galleggia nel fiume principale di Praga, vicino al Ponte Carlo, e non lontano dal Castello di Praga dove alloggiano il presidente Zeman e il suo gabinetto . Cerny e il suo team hanno creato la scultura nel suo studio e poi trasportato al fiume dove è stato collocato su un pontone galleggiante. Il dito medio della enorme mano viola, si estende  per 10 metri in aria come una colonna esile. Il dito alzato è il messaggio di Cerny al Popolo ceco e al governo, è un gesto politico di opposizione all'attuale governo socialdemocratico che potrebbe allearsi con il partito comunista.L'artista ha deciso di prendere la situazione nelle proprie mani letteralmente lanciando "l'uccello" al presidente attraverso l'arte. Questa non è la prima volta le sculture innovative di Cerny hanno guadagnato l'attenzione del pubblico e dei media. L'anno scorso, il suo retrofit autobus a due piani entusiasmato la stampa durantei giochi olimpici Londra 2012.

sabato 11 ottobre 2014

A Rio de Janeiro, i libri diventano arcobaleno (Studio Arthur Casas)

In questa libreria, i libri non solo si leggono ma diventano anche arredo, colore, luci, creando un arcobaleno, per far sentire i clienti come se stessero in un luogo aperto, in una piazza pubblica, e incoraggiano i visitatori al relax, questa l'idea dello studio Arthur Casas. I libri sono disposti per colore e per titolo, in modo da ricreare artificialmente i colori dell'arcobaleno, è divertente, dice l'autore del progetto, "vedere un arcobaleno all'interno di uno spazio chiuso, anche se all'inizio, non era proprio il nostro obiettivo". La libreria contiene all'interno uno spazio per gli acquisti elettronici, un auditorium, un bar e uno spazio per i bambini. E' uno locale abbastanza grande, ma il proggettista ha voluto creare un 'ambiente accogliente usando  luci calde e colori neutri, per far risaltare i libri e nello stesso tempo attrarre le persone in un ambiente rilassante e confortevole. Divani e poltrone,  tutti di fattura brasiliana dei rinomati designers Paulo Mendes de Rocha e Serigio Rodrigues, sono posizionati in modo da creare uno spazio in cui il visitatore può sentirsi come a casa propria.
Carlo Gibiino



domenica 5 ottobre 2014

Plastica preziosa

Dave Hakkens, laureato presso l'Accademia di Design di Eindhoven, ha inventato e realizzato un macchinario per creare oggetti di design usando plastica riciclata, per realizzare nuovi prodotti e per condividere con il resto del mondo l'idea del riciclo creativo. Questa macchina include un tritatutto, un modulo per le estrusioni, uno per le iniezioni e uno per le rotazioni, il tutto basato su un modello di tipo industriale, ma più piccolo e flessibile. Sò - dice Dave Hakkens - che noi ricicliamo circa il 10% di tutta la plastica prodotta, e mi sono chiesto, perchè così poca? Così ha fatto un giro presso le maggiori industrie produttrici di plastica e glie lo ha chiesto. Ha trovato che le maggiori difficoltà derivano dal fatto che il prodotto finale, riciclato, risulta essere meno affidabile di un oggetto fatto con plastica non riciclata. Inoltre la plastica riciclata, essendo non pura, potrebbe compromettere il funzionamento dei costosi macchinari usati dalle industrie. Dave, decide dunque, di costruire una propria macchina che possa essere in grado di lavorare la plastica riciclata senza danneggiarla, e lo ha fatto usando componenti nuovi, e pezzi di riciclo presi da vecchi forni e altri elettrodomestici non più in uso, da parenti e amici, riuscendo a creare diversi prodotti. Hakkens adesso vuole mettere sul web le istruzioni per costruire questa splendida macchina, in modo tale che ogniuno possa costruirsi la sua personale, e con questa i propri oggetti. L'idea è quella di scambiarsi informazioni, affinchè si possano condividere opinioni e migliorare il progetto.
Carlo Gibiino